Mi chiamo Antonia Mozzanega, nata Cipriano. Qui alla Tenuta Delo, sopra la Val Squaranto e a pochi minuti da Verona – che si trova appena dietro la collina – mio marito Ettore ed io godiamo i frutti della slow life. Vi invitiamo a condividerli con noi e a scoprire che in Veneto stiamo raccogliendo questi frutti già da secoli, se non da millenni. Perché non sono solo i frutti della terra, pur abbondanti, ma anche quelli del cuore, della mente e della comunità. Della storia e dell’architettura, della letteratura, della terra e della famiglia. Questa è la storia di questi frutti, ed anche la nostra.
Le radici
Come i Veneti originali, gli antenati di mia nonna sono arrivati dal nord. Si sono stabiliti nella Val Squaranto più di duecento anni fa; e qui hanno incontrato qualche fuggitivo dal caldo del sud, come mio nonno Cipriano. Perché queste colline veronesi sono al crocevia di due grandi strade: a nord, dalla pianura del Po al passo del Brennero; ad est, da Milano a Trieste. Sono tanti i viaggiatori che qui hanno rallentato e si sono fermati.
Gli abitanti originali, i Veneti – questi uomini del nord da cui deriva il nome Veneto – “sembravano essere più civilizzati della norma per i tempi e il luogo…fedeli alla comunità e rispettosi dei legami familiari…coltivatori specializzati che miglioravano la terra” (1). Mi piace pensare che questi coltivatori dell’Età del Ferro abbiano piantato le radici della nostra slow life.
La Tenuta Delo a Verona
Nel cuore della Tenuta Delo c’è una torre del nono secolo, posizionata strategicamente per controllare l’arrivo nella valle degli invasori dal nord. A quei tempi Verona stessa era caratterizzata da ben quarantotto torri, seguendo una tradizione architettonica più che millenaria. Perché qui a Verona ci sono più monumenti Romani che in qualsiasi altro luogo nel nord Italia, dalla famosa Arena (l’anfiteatro che ospitava più di 25000 persone e che ospita ancora oggi meravigliose Opere) al Teatro Romano, al ponte Pietra, alle numerose porte Romane. Come mi ricordano sempre mio marito e mio figlio, è grazie alla sua architettura che Verona si è meritata il suo status di Patrimonio dell’Umanità e ha sempre ispirato tanti viaggiatori a fermarsi e contemplarla.
Come Charles Dickens che scriveva con ammirazione: “Piacevole Verona! Con i suoi bellissimi palazzi, e il paesaggio incantevole visibile nelle vicinanze dai viali terrazzati, e signorili gallerie balaustrate. Con le sue porte Romane, che ancora abbracciano la strada dolce, e proiettano, nella luce di oggi, l’ombra di millecinquecento anni fa. Con le sue chiese cariche di marmo, le sue alte torri, la ricca architettura…Piacevole Verona!” (2)
Come la vicina Venezia, Verona vanta le belle arti (luogo di origine di Pisanello e della scuola Veronese, precursori del Rinascimento) e anche grandi chiese (San Zeno Maggiore è forse il più bell’esempio di Romanico in tutto il nord Italia). Ma quello che distingue il Veneto dalla Toscana, per esempio, è l’importanza della sua architettura, che va ben oltre quella del Rinascimento, della Chiesa e dell’Italia stessa. Mentre i Signori di Firenze e di Siena mettevano le loro mani sulle tele e sulle chiese, in Veneto l’uomo appoggiava la sua mano sulla terra.
Perché è qui, a meno di un’ora di slow drive dalla nostra valle, che si può gustare il frutto del lavoro di un uomo che da solo ha cambiato il corso dell’architettura occidentale: le ville di Andrea Palladio: una rilassante gita di un giorno nei dintorni di Vicenza conduce a scoperte affascinanti: le origini del Blenheim di Vanbrugh e del Monticello di Jefferson, le influenze sui chateaux della Loire e sul Campidoglio di Washington.
Palladio ha disegnato magnifici palazzi e chiese, ma ciò che ha creato e che il mondo ha poi imitato è la grande villa agricola veneta: una dimora semplice, classica e nobile in piena armonia con la nostra terra, dolcemente ondulata. L’architettura per una slow life.
Slow life e letteratura nelle colline veronesi
Come insegnante di letteratura e storia, non potrei immaginare un luogo più ricco di ispirazione dove vivere. Verona non è solo un crocevia per viaggiatori, ma nel tempo lo è stata anche per i più grandi scrittori d’Italia e del mondo Occidentale. All’inizio c’era Catullo, uomo Veneto e vero Epicureo, che ha influenzato Ovidio, Orazio e Virgilio e che ha ospitato Giulio Cesare fra una campagna militare e un’altra (Cesare è stato uno dei primi ad apprezzare la slow life della nostra terra). Virgilio stesso nasce nella vicina Mantova, città natale di mio marito; ma sarebbero stati altri scrittori che, più avanti nel tempo, avrebbero segnato Verona come centro delle lettere. Perché è qui che Dante – il padre della lingua italiana – fuggiva dalle pressioni di Firenze e che Shakespeare ha trovato i Montecchi e i Capuleti di “Romeo e Giulietta”. Così i sentieri letterari dei più grandi scrittori italiani e inglesi si sono incrociati qui, seguiti da Goethe, Byron e altri ancora.
Scrivere richiede pace; e qui ho trovato la pace, protetta dalla collina che ci separa dalla città e accompagnata dall’eco gentile dell’arpa di mia figlia. La pace e le parole per la nostra slow life.
Agriturismo e prodotti locali
Il clima benevolo rende la nostra regione celebre per i suoi prodotti agricoli, soprattutto la sua frutta e le sue verdure. Il mercato più vecchio d’Europa, con ragione denominato Piazza delle Erbe, prospera ancora oggi a Verona, e sono tante anche le nostre feste e fiere: dalle più grandi e importanti dedicate all’olio d’oliva e al vino (Vinitaly) a quelle più piccole, ma comunque da ricordare, come la Mostra della ciliegia e la Festa della Sparasina (l’asparago selvatico) a cui partecipo anch’io. Qui alla Tenuta Delo godiamo i frutti di nostra produzione: vino dalla nostra uva, olio dalle nostre olive DOP, e persino “grappa alla olive” (una grappa ammorbidita dal contatto con le olive – dovete assaggiarla!).
Venite a scoprire le gioie semplici della tavola Veneta. In meno di un’ora di guida tranquilla potete gustare il prosciutto più dolce in Italia a Montagnana; nella nostra Valle e nella Vicenza di Palladio, formaggi di montagna come il Monte Veronese ed il celebre Asiago; a Bassano del Grappa, il famoso asparago bianco; a Rovigo, la selvaggina delle paludi; nella città murata di Sirmione, sul Lago di Garda, vicino al rifugio di campagna di Catullo, il vino Bardolino; e dovunque le ciliegie, le pesche e mirtilli dei nostri orti e frutteti. E assaggiare soprattutto i migliori vini della nostra zona: l’ Amarone e il Recioto, il Soave il Valpolicella , nella rilassante eleganza della nostra casa …
Sull’onda della nostra produzione agricola a Tenuta Delo e della mia partecipazione all’Associazione della Sparasina, mi sono iscritta al movimento Slow Food, di cui abbraccio con entusiasmo gli obiettivi. Ed è naturale, visto che quelli che raccogliamo qui sono davvero i frutti di una slow life.
La tenuta veronese
Poiché la mia famiglia, come i nostri ulivi, gode qui di una vita tranquilla fin dal diciannovesimo secolo, sarebbe strano se non guardassimo anche al futuro. Quindi ogni anno, guidati da mio marito Ettore, il nostro maestro della pianificazione, dedichiamo la nostra attenzione a un’altra parte della tenuta: per seminare altre piante o per restaurare un’altra struttura. Cerchiamo vecchi mobili e inventiamo nuove ricette slow food; installiamo un idromassaggio e cabliamo un grande salone dove gli ospiti possano creare la propria storia lontano dallo scompiglio della routine quotidiana. Desideriamo affidare alla prossima generazione quello che i francesi chiamerebbero relais, o gli inglesi country house hotel, e cioè una tenuta esclusivamente Veronese, che i viaggiatori possano raccomandare agli amici per evadere da un’Italia troppo affollata, rilassandosi passeggiando nella natura o semplicemente godendosi un bagno con idromassaggio.
In questa nostra ambizione abbiamo la fortuna che i nostri figli, Alberto e Ludovica, amino la Tenuta. Infatti, Alberto ha scoperto da sé il perché del nome Delo, dal greco delos, che significa “luminoso”. Un giorno mentre studiava sotto gli alberi di Cima Delo (come chiamiamo affettuosamente il punto più alto della tenuta), si è ritrovato ad ammirare la straordinaria luminosità del nostro paesaggio e a meditare su come potrebbe pianificare il suo futuro qui e dare il suo contributo alla tenuta, mettendo a frutto i suoi studi e la sua passione per il design … un’illuminazione … la sua conversione alla slow life.
E così guardiamo avanti, ad un’altra generazione a Tenuta Delo e al frutto più pregiato della slow life: una famiglia, insieme. Venite e condividerla con noi.
Antonia Mozzanega Cipriano
(1) Waverly Root “The Food of Italy”
(2) Charles Dickens “Pictures from Italy”
Copyright: Tony Hodges